La pandemia ha segnato le nostre vite negli ultimi 2 anni.
Tra gli effetti del COVID-19, è innegabile che a livello globale sia stato fatto un passo in avanti gigantesco sul fronte delle politiche legate alla sostenibilità.
Questo ha portato anche alla consacrazione definitiva degli investimenti sostenibili nel settore del risparmio gestito, tanto che oggi i fattori ESG rappresentano molto spesso la base su cui strutturare una strategia di investimento.
Quando sembrava che la pandemia iniziasse a essere più gestibile, con il COVID vicino a trasformarsi in una malattia endemica, ecco che una nuova crisi, questa volta di carattere geopolitico, è intervenuta a sconvolgere la nostra quotidianità.
Il conflitto tra Russia e Ucraina porta la guerra alle porte dell’Unione Europea e apre allo scenario estremo di una nuova Guerra Fredda.
L’emergenza e la contingenza del momento che stiamo vivendo rischiano di avere un impatto anche sulle transizioni che economia e società devono effettuare per portarci verso un futuro più sostenibile, in una dinamica che ci ricorda la tensione tra breve termine e lungo termine che caratterizza la gestione del risparmio.
In definitiva, in che modo l’attualità influisce sull’approccio agli investimenti sostenibili dei risparmiatori? E come il settore del risparmio gestito si sta adeguando a questo mutevole contesto? Quali sono gli impatti più importanti a livello di approccio alla sostenibilità delle reti e in termini di opportunità di investimento?
 
Analizziamo questi elementi con alcuni dei principali attori del settore italiano del risparmio gestito, partendo dal conflitto tra Russia e Ucraina, ma tenendo a mente anche l’esempio di quanto successo con il COVID.